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Mercato immobiliare Bari, Andrea Rubino al convegno Fiaip su report Monitora

Si è tenuto il 12 giugno 2025, nella sala Ambrosi della Camera di Commercio di Bari, il convegno “Il mercato immobiliare di Bari e dell’area metropolitana: analisi e prospettive”, promosso da Fiaip Bari con la presentazione del report Monitora. Un appuntamento che ha riunito operatori del settore, rappresentanti delle istituzioni e degli ordini professionali per discutere – sulla base dei dati reali – lo stato di salute del comparto immobiliare locale e le sue prospettive.

Tra gli interventi più attesi, quello di Andrea Rubino, responsabile del Centro Studi Fiaip Bari, che ha illustrato un’analisi dettagliata sull’andamento delle compravendite e delle locazioni nella città di Bari e nell’area metropolitana, sottolineando l’importanza della lettura dei dati per contrastare la diffusione di notizie approssimative, come quelle che attribuiscono al turismo le responsabilità per la scarsità di immobili in locazione.

“Fiaip – ha spiegato Rubino – è una grande realtà associativa, con 20 collegi regionali e 114 collegi provinciali, che grazie al lavoro di oltre 10 mila agenti immobiliari e 500 mediatori del credito contribuisce ogni anno alla raccolta di dati concreti e affidabili. Il nostro obiettivo è uno solo: offrire un’informazione corretta, trasparente e imparziale, a vantaggio di tutta la filiera immobiliare e dell’intera economia”.

Secondo l’analisi elaborata dal Centro Studi Fiaip Bari e incrociata con i dati dell’OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare), tra il 2017 e il 2024 le compravendite di immobili residenziali a Bari sono aumentate del +72,20%, passando da 3.169 a 5.457 unità annue. Tuttavia, i prezzi medi al metro quadro sono rimasti pressoché stabili, con una leggera flessione: da 1.689 €/mq nel 2017 a 1.655 €/mq nel 2024.

“È dal 2021 in poi che si registra l’accelerazione più significativa – ha precisato Rubino – con un +33% sul 2020, spinta dagli incentivi del Superbonus e da un ritrovato dinamismo del mercato dopo la crisi pandemica”.

I prezzi del nuovo, invece, hanno subito lievi incrementi a causa del costo delle materie prime e dell’inflazione: +9% sul nuovo e circa +3% sull’usato. La domanda resta vivace, sostenuta anche dalla riduzione dei tassi di interesse sui mutui, tornati intorno al 2%. I dati del primo trimestre 2025 mostrano un’ulteriore crescita: +11% delle compravendite a Bari rispetto allo stesso periodo del 2024, +6% nell’area metropolitana.

Uno dei problemi principali, evidenziato dal report, è lo squilibrio tra domanda e offerta in termini di qualità abitativa. Sul fronte delle nuove costruzioni si registra il “tutto esaurito”, con una particolare richiesta di piccoli tagli, come monolocali e bilocali, coerente con le tendenze demografiche e con le esigenze del mercato turistico e degli investitori.

Rubino ha chiarito che “l’aumento della domanda non può essere imputato all’overtourism né al fenomeno delle locazioni brevi, che anzi stanno generando valore e qualità nei territori. L’investimento in turismo richiede immobili in regola, efficienti e ben rifiniti. Non tutti gli appartamenti possono rientrare in questa categoria”.

Il convegno ha affrontato anche il tema delle locazioni, spesso al centro di dibattiti pubblici. Secondo i dati ufficiali, i contratti di affitto sono in crescita costante, passando da 1.428.000 nel 2011 a oltre 1.610.000 nel 2023, il doppio delle compravendite. A Bari, nel primo trimestre 2025, si è registrato un aumento dell’1,4% nei comuni ad alta densità abitativa.

Allo stesso tempo, emerge il paradosso delle case vuote. “A Bari – ha evidenziato Rubino – il 17% del patrimonio abitativo risulta non utilizzato: si tratta di oltre 27.000 abitazioni vuote su un totale di 163.000. In Italia il dato è ancora più allarmante: 9,5 milioni di case vuote su 35 milioni di abitazioni complessive.”

Dall’analisi storica, Rubino ha messo in evidenza che l’attuale situazione affonda le sue radici in normative passate, come la legge sull’equo canone del 1978, che disincentivò la messa a reddito degli immobili, e nelle successive riforme del 1992 e del 1998 che non hanno completamente rimosso le preoccupazioni dei proprietari, legate a morosità, difficoltà nel rilascio degli immobili, tassazione e costi di gestione. Anche la vetustà del patrimonio edilizio rappresenta un ostacolo: il 74% delle abitazioni italiane ha più di 40 anni, e la Direttiva UE sulle case green potrebbe richiedere investimenti da 20.000 a 50.000 euro per ogni immobile.

“Occorre un piano strutturale di rigenerazione urbana, capace di riportare sul mercato gli immobili oggi non utilizzati – ha concluso Rubino –. Servono interventi sulla fiscalità, agevolazioni per le ristrutturazioni, certezza normativa nei contratti di locazione e più flessibilità per le parti. Il mercato immobiliare è il grande salvadanaio del Paese, vale oltre 6.000 miliardi di euro e rappresenta sicurezza, stabilità e identità per l’83% degli italiani”. Fiaip Bari continuerà a monitorare il mercato con puntualità e rigore, mettendo i dati a disposizione di istituzioni, cittadini e media, per alimentare un dibattito pubblico informato e costruttivo.

 

 

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